Diverse organizzazioni femminili ticinesi si sono riunite a Bellinzona oggi, sabato, durante una mattinata organizzata dalla commissione consultiva per le pari opportunità fra i sessi. Lo scopo dell'incontro era fare il punto della situazione a 20 anni dell'entrata in vigore della legge federale, ma gli obiettivi - è stato spiegato - sono ancora lontani.
Un momento della conferenza stampa
"Rimane costante la nostra difficoltà nel portare avanti la causa — ha confermato Rosemarie Weibel, avvocata e membro della commissione federale per le questioni femminili, ai microfoni della RSI (ascolta l'audio) —. La legge, poi, è poco conosciuta, in parte anche nei tribunali, e le donne stesse non riconoscono certe discriminazioni, liquidando la questione convinte che non ci si possa fare nulla".
Sotto la lente dell'ufficio federale per l'uguaglianza tra uomo e donna — che esegue continui controlli — è finita anche l'amministrazione cantonale ticinese. "L'esito è stato positivo — ha detto il consigliere di Stato Christian Vitta —: è risultata in regola con le norme previste da questo ambito".
Il futuro, poi, rimane ancora incerto: dal 2019 Berna ha deciso di tagliare i finanziamenti per 11 consultori femminili, compreso quello di Massagno. Ma le organizzazioni femminili ticinesi non ci stanno, e hanno annunciato di essere pronte a inoltrare un ricorso.
CSI/px
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