I ricercatori di tutto il mondo - lo sappiamo - sono impegnati a tentare di sconfiggere il coronavirus e proprio da Bellinzona arriva una speranza, legata ad una possibile terapia; ci stanno lavorando, fianco a fianco, l'Istituto oncologico di ricerca e l'Istituto di ricerca in biomedicina. Nel loro mirino c'é una proteina. Una ricerca -va ripetuto- ancora ai primi passi.
Un dato sullo sfondo: il Covid-19 uccide più uomini che donne
Sullo sfondo un dato: il Covid-19 uccide più uomini che donne. Cavalli sottolinea che si tratta di un'ipotesi e occorre andare con i piedi di piombo. "Abbiamo chiesto sostegno al Fondo nazionale per la ricerca - spiega Cavalli - per le analisi di laboratorio. Ci sono contatti regolari con Wuhan, un paio di ricercatori erano stati da noi. Loro hanno 2 mesi di vantaggio sulla lotta al Covid.19". A Bellinzona hanno visto una diversa incidenza: la letalità è maggiore tra gli uomini. "I dati dei diversi Paesi dicono che almeno due terzi dei decessi sono uomini. La nostra ipotesi è che il virus abbia più faciità ad entrare nelle cellule e nei polmoni degli uomini", spiega Cavalli.
La proteina TMPRSS2, già vista durante l'epidemia di SARS nel 2002
La malattia avrebbe quindi una severità legata al genere. E l'indizio potrebbe arrivare da una proteina, si chiama TMPRSS2, già vista durante l'epidemia di SARS nel 2002. Il dottor Cavalli non ci va per il sottile: è un cavallo di Troia. Questa proteina viene usata dal coronavirus per entrare nelle cellule, ha affinità con altre proteine che vanno ad attaccarsi ai recettori degli ormoni maschili, quelli che introducono nelle cellule gli ormoni maschili.
"Abbiamo in mente una terapia con due farmaci esistenti, uno anti-ormone e l'altro contro questa proteina, che vorremmo applicare appena possibile... ma questa terapia non previene il contagio - spiega Cavalli -. Con questa terapia, però, potremmo impedire che il virus si diffonda così tanto nell'organismo da portare a conseguenze letali".