Prosegue l'inchiesta sul traffico delle cosiddette "uova d’oro" (cinque tonnellate, per un valore di 200 milioni di euro), contrabbandate dal Piemonte alla Svizzera italiana, tra il 2013 e il 2014. Gli inquirenti italiani hanno trovato i documenti che provano il colossale traffico illecito: 13 gli indagati, tra i quali anche due ticinesi, accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio e al commercio in nero.
La Procura di Como aveva avviato le indagini dopo il fermo a Pasqua, a ridosso della dogana di Chiasso-Brogeda, di un ex finanziere che, con la famiglia, cercava di introdurre in Ticino alcuni lingotti, nascosti tra le colombe e le uova di cioccolato. L’uomo era legato a una società di Agno.
Red.MM/M.Ang.