Sei anni di reclusione. È questa la pena richiesta dal procuratore pubblico Andrea Gianini nei confronti del 25enne italiano a processo giovedì con l’accusa di tentato omicidio per avere accoltellato nell’ottobre del 2013 un 19enne all’esterno della discoteca Vanilla di Riazzino.
"Non volevo uccidere nessuno, ho agito così perché minacciavano mio fratello. Il coltello lo avevo solo perché mi era servito ad aprire due bottiglie bevute prima di entrare in discoteca" ha da parte sua asserito l'imputato davanti alla Corte presieduta dal giudice Mauro Ermani. Imputato che prima dell’aggressione aveva assunto importanti dosi di alcol, marijuana e cocaina.
La vita del 19enne ferito non è mai stata in pericolo; la ferita al torace è infatti arrivata al polmone, ma senza perforarlo. Potenzialmente però la coltellata poteva essere letale. Pur riconoscendo la mancata volontà di uccidere, per l’accusa si è dunque trattato di tentato omicidio intenzionale per dolo eventuale: estraendo l’arma, l’imputato ha infatti accettato l’eventualità di togliere la vita a qualcuno.
Secondo la difesa, non c'è stata la volonta di uccidere e per questo l'accusato dovrebbe ricevere una condanna non superiore ai 3 anni parzialmente sospesi. La sentenza è attesa per venerdì.
CSI/Red.MM
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