Quella del 2021 è stata un'ottima annata per la vendita di vino in Svizzera, e anche in Ticino gli affari son andati bene. Merito anche dei turisti (che hanno scoperto o riscoperto il Merlot) e delle vendite online.
I vini rossi la fanno da padrone, segnando un incremento del 6%, questo dopo che, negli anni precedenti, è sempre stata registrata una leggera ma progressiva diminuzione del consumo. E' nel nome del Merlot, dunque, che l'anno scorso la vendita di vino in Ticino è aumentata del 6%. Un risultato quasi insperato, dice il direttore di Ticinowine, Andrea Conconi.
Intanto Andrea Ferrari (dell'azienda Roberto e Andrea Ferrari) non si rallegra solo del successo del Merlot, ma anche di altri vitigni che costituiscono il 50% della sua produzione. La sua azienda, inoltre, ha visto crescere l'anno scorso l'interesse dei privati.
Anche le grandi aziende hanno lavorato bene, come la Vini Tamborini che, accanto alla vendita dei vini locali, ha visto crescere anche l'importazione.
Anche il 2022 sembra iniziato bene, ma se la Pasqua di quest'anno ha registrato una forte presenza turistica e di conseguenza un interesse per il vino ticinese, il settore vitivinicolo non dorme sonni tranquilli: la guerra in Ucraina, come in altri settori, sta facendo emergere difficoltà di approvvigionamento e un ritardo delle forniture. All'orizzonte ora si profila un rincaro, non dell'uva, ma delle cosiddette materie secche: dal vetro al cartone, dalle capsule d'alluminio alle etichette, con un conseguente aumento dei costi generali.
Nel settore c'è comunque ottimismo, anche se tutto dipenderà da quanto durerà il conflitto.