Ticino e Grigioni

"Vitali preparazione ed equipaggiamento"

Dopo la tragedia del Monte Rosa, che ha toccato da vicino anche il Ticino, intervista al coordinatore di Guide Alpine Ticino Massimo Bognuda

  • 4 luglio 2021, 18:01
  • 20 novembre, 20:06
01:27

CSI 18.00 del 04.07.21: l'intervista a Massimo Bognuda di Francesca Torrani

RSI Info 04.07.2021, 20:00

  • ANSA
Di: CSI-Torrani/dielle 

La tragedia occorsa ieri sera (sabato) sul Monte Rosa (vedi correlati) ha colpito da vicino anche il Ticino, dove una delle due vittime, due giovani donne della vicina Val d'Ossola di 28 e 29 anni morte per assideramento, viveva e lavorava come docente (liceo di Mendrisio e Scuola cantonale di Commercio di Bellinzona).

00:41

Alpiniste morte sul Monte Rosa

Telegiornale 04.07.2021, 20:00

Sui pericoli della montagna anche alle nostre latitudini molto si è detto in tempi recenti e, poche settimane fa, è stata lanciata in Ticino la nuova campagna Montagne Sicure. E per capire come possano capitare simili incidenti abbiamo sentito Massimo Bognuda, guida alpina con diploma federale e coordinatore di Guide Alpine Ticino.

Un quattromila d'estate non sembra così insidioso, soprattutto dal punto di vista del freddo. L'incidente sul Monte Rosa ci dice invece che c'è anche questo rischio, è così?

“Diciamo che per quanto riguarda la temperatura , anche se sono -4 o 0 gradi, a 4mila metri non bisogna sottovalutare l’andamento della meteo. Se si avvicina ad esempio un fronte freddo con dei forti venti – una tempesta insomma – se abbiamo 0 gradi con 40 km/h di vento la persona percepisce una temperatura di -15 °C”.

Dunque questi cambiamenti improvvisi di meteo avvengono regolarmente in quota?

“Sì, soprattutto in alta montagna io personalmente non vado mai senza un piumino, perché anche se siamo in piena estate ed è caldo, in montagna quando arriva del vento il raffreddamento del corpo è molto maggiore. È quindi subito fatto avere delle temperature percepite di -10/-15 °C e se non siamo equipaggiati con un telo termico e/o un bivacco d’emergenza la situazione diventa drammatica.”

Ma ci sono o ci possono essere dei fattori individuali per cui il corpo subisce di più o di meno un abbassamento della temperatura dovuta magari al vento?

“Il fattore individuale è l’equipaggiamento: se una persona non è preparata, non è bene equipaggiata e non è a conoscenza dei pericoli della montagna si rischia davvero molto. È la persona che deve essere preparata ed equipaggiata nella giusta maniera”.

I pericoli in montagna sono commisurati all'altezza, all'altitudine o i rischi non si misurano in metri?

”Il pericolo non si misura in base ai metri, in montagna lo si può trovare a 2mila, come a 3mila e a 4mila metri… se ad esempio mi trovo a 2500 metri sulle nostre montagne, magari su una pietraia dove la traccia è più difficile da trovare e non c’è il bel sentiero segnalato, arriva la nebbia e mi perdo. La stessa cosa può capitare a 4mila metri: se non sono capace ad orientarmi quando arriva il brutto tempo non riesco a rientrare al rifugio.”

Ultima domanda Massimo Bognuda: la stagione estiva è appena iniziata, è stata lanciata anche la nuova campagna Montagne Sicure, lei da guida alpina cosa sta osservando, come si muovono le persone?

“Si vedono ancora persone che prendono un po’ alla leggera la montagna e uno dei problemi è sicuramente legato ai social. Le persone spesso si affidano alle informazioni che trovano su queste reti, che spesso indicano tutto come bello e facile, però basta un cambiamento meteorologico e la situazione può subito diventare drammatica. Il consiglio è quindi quello di prendere le informazioni dai canali ufficiali, come le guide dei Club alpino svizzero, che descrivono esattamente le difficoltà, oppure informandosi attraverso delle guide alpine o i rifugi e capanne, o anche ad altri club alpini dove ci sono monitori e persone formate che possono dare informazioni attendibili.”

Correlati

Ti potrebbe interessare