Il Gran Consiglio ticinese ha adottato martedì, dopo un lungo e animato dibattito, la nuova pianificazione ospedaliera. Il Parlamento ha detto "sì" al nuovo assetto del comparto che prevede, in sostanza, una nuova impostazione dei nosocomi, definendone compiti e attività.
La riforma, in particolare, prevede una maggiore collaborazione tra strutture pubbliche e private, oltre a una riduzione dei posti letto acuti e la creazione di nuovi reparti postacuti che, di fatto, permette di non declassare del tutto alcune strutture, come quelle di Faido e Acquarossa, in sole realtà per la convalescenza.
Ad animare il dibattito in aula è stata soprattutto la copertura dei costi di questa nuova offerta, nota come AMI. Il Parlamento, con 43 voti favorevoli 34 contrari e 3 astenuti, ha seguito le richieste del Governo, che proponeva di finanziare questi letti con il sistema adottato per le case di cura, ossia basato sul rimborso di ogni singola prestazione medica erogata e non attraverso un forfait giornaliero.
Tra i vari emendamenti
Bocciati gli emendamenti di mantenere all’ospedale San Giovanni alcuni importanti reparti, tra cui quello di ortopedia, e ad Acquarossa quello di geriatria. Police verso pure alla concessione di un numero maggiore di letti nei reparti acuti media intensità all’ospedale di zona di Faido. Luce verde, per contro, all'aumento da 15 a 30 letti per le degenze postacute (AMI) a Mendrisio. “Sì”, chiaro, anche a una maggior collaborazione tra la realtà pubblica e quella privata in materia si sanità, ovvero tra l’Ente ospedaliero cantonale e gli enti privati, in particolare per quanto riguarda le cliniche Santa Chiara di Locarno e Sant'Anna a Lugano.
Le incognite
Nonostante il voto finale, però, non è ancora possibile dare per certa la nuova pianificazione ospedaliera visto e considerato che, nel prossimo futuro, si intravvedono già referendum e iniziativa.
bin
Dal TG12.30: