La RSI

Sugli stereotipi di genere

Comunicato stampa CORSI

  • 26.06.2019, 18:54
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Dopo oltre dieci mesi di monitoraggio sulle questioni di genere il Consiglio del pubblico della CORSI, che sul tema si è confrontato anche con la FAFTPlus, ha presentato alla RSI le proprie riflessioni sulla gestione dei generi nei programmi RSI. La sottorappresentanza femminile nelle conduzioni (36.5%) e negli ospiti (33.5%) era già stata evidenziata dal monitoraggio SUPSI sulla rappresentanza di genere nei programmi RSI (2018). Nelle proprie analisi il CP ha allargato lo sguardo a un piano qualitativo indagando, anche con esemplificazioni, aspetti quali la tipologia e la qualità dei ruoli, l’attribuzione alle aree tematiche, il linguaggio, l’immagine e il messaggio veicolati per rapporto alla donna e all’uomo nei programmi. Nonostante le misure già messe in campo dalla RSI a livello di formazione e controllo e la consapevolezza di dover mantenere alta l’attenzione, certi stereotipi di genere, in parte ancora culturalmente radicati, sdoganati come innocui o persino ritenuti divertenti e non sempre riconosciuti come tali, possono ancora sfuggire alle maglie del controllo aziendale interno e della sensibilità personale. Ebbene questi cliché vanno identificati e sradicati anche in considerazione della missione educativa del servizio pubblico. Altrettando dannosi per la parità di genere, in quanto alimentano essi stessi stereotipi e ghettizzano certi temi a un solo genere, sono i meccanismi compensativi messi in atto per riequilibrare a posteriori una disomogenea attenzione a generi o a temi nei programmi.

A prescindere da qualche episodica deriva, gli esempi raccolti dal CP non dipingono un quadro allarmante, ma la ripetitività di certi stereotipi di genere e l’idea che certi temi siano ancora piuttosto o prettamente maschili o femminili richiedono maggiori sforzi nella tematizzazione, nella sensibilizzazione e nel superamento di visioni preconcette. La corretta rappresentanza e rappresentazione di genere è un tema in RSI e l’azienda ha già fissato degli obiettivi di crescita per la presenza femminile. Va comunque rimarcato che lo sbilanciamento è già oggi meno accentuato in radio, dove sono presenti numerose brave giornaliste, animatrici e conduttrici anche con ruoli importanti, ma in termini generali c’è ancora da fare per garantire ruoli qualificanti alle donne. Il CP raccomanda di farne una priorità aziendale costantemente misurabile e verificabile, perché il superamento degli stereotipi di genere è una questione di equità sociale e un elemento imprescindibile della garanzia della qualità del servizio pubblico.

Sulla qualità del ruolo attribuito alle persone intervistate o ospiti di programmi il monitoraggio del CP evidenzia un’asimmetria: mentre gli uomini vengono frequentemente presentati come competenti e autorevoli o nel ruolo di opinion leader, spesso invece le donne vengono interpellate in merito a temi ed esperienze di vita quotidiana o a fatti di costume; è molto più raro che si esprimano a titolo di esperte o di portavoce.

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