Intervista all’autore Flavio Stroppini

Campioni d’Europa

Il nuovo podcast RSI

  • 27 maggio, 14:37
Campioni d’Europa 1:1

Il racconto di una Svizzera… Campione d’Europa!

In occasione degli imminenti Campionati Europei in Germania, un podcast di e con Flavio Stroppini, prodotto da Francesca Giorzi, che vi propone un tuffo indietro di cent’anni, alle Olimpiadi dl 1924 di Parigi, dove la Nazionale rossocrociata colse una clamorosa medaglia d’argento.
A impreziosire questo racconto anche due voci storiche dello sport RSI come Giancarlo Dionisio e Omar Gargantini
Un affascinante viaggio a ritroso di 100 anni per scoprire una nazionale Svizzera che incantò il mondo.

Olimpiadi del 1924, Parigi, torneo di calcio. La finale è Uruguay contro una Svizzera che miracolosamente, trascinata dal Max (Xam) Abegglen, sfiorò un epico successo. A quei tempi non esistevano ancora i Campionati mondiali, per questo motivo la vittoria olimpica valse all’Uruguay il titolo (ufficioso) di “Campioni del mondo”. E ovviamente non esistevano nemmeno i Campionati europei, quindi quella finale raggiunta potrebbe valere il titolo continentale?

Da questo spunto è nato il podcast realizzato da Flavio Stroppini, che potete già ascoltare da subito sul sito della RSI o su Spotify e su Rete Due fra lunedì 10 e mercoledì 12 giugno all’interno di Colpo di Scena. E proprio all’autore abbiamo rivolto alcune domande.

Com’è nata l’idea di questo podcast?

Da anni cercavo una storia per raccontare il calcio alla radio. Raccontando il calcio si racconta un mondo. Ne ho avuto la prova portando al Teatro Sociale di Bellinzona la storia di Kubilay Türkyilmaz nel 2017. Per Gesualdo Buffalino “Sociologo è colui che va alla partita di calcio per guardare gli spettatori”. Ecco, volevo raccontare noi, l’oggi. E amando il calcio, finalmente avevo una storia.

Da dove ti è arrivata l’ispirazione?

28 giugno 2021. Sommer para il rigore a Mbappé. Eliminiamo la Francia. Poi perdiamo contro la Spagna. Ma per una settimana mi sono sentito “Campione d’Europa”. Cresciuto con le sconfitte onorevoli, con il goal di Hottiger all’Italia, con quella sbornia di emozioni che è stato andare ai mondiali del 1994… Mi mancava però il credere di poter vincere. Ha vinto la Grecia, il Portogallo. Noi no. Poi sono incappato nella grande cavalcata della nazionale alle Olimpiadi del 24. E ho capito che, forse, “Campioni d’Europa” lo siamo già stati. Era un qualcosa da condividere. Cento anni dopo.

“Campioni d’Europa” va in onda in Colpo di scena, lo spazio dell’audio-fiction di Rete Due. Che tipo di narrazione ci attende?

A differenza di una fiction classica, intesa come un film per le orecchie, qua c’è un narratore che, accompagnato da amici, ci racconta una storia. Immaginateci in una dozzina, in studio che urliamo, cantiamo, tifiamo, ci fingiamo grandi eroi del calcio… Il tutto con un vestito di suoni e musiche che ci fanno entrare in un mondo tutto da ascoltare. Le audiofiction che realizziamo si contraddistinguono per una qualità che nel corso degli anni ci hanno portato ad aggiudicarci premi nei più importanti concorsi radiofonici. Proprio in questi giorni “Danger”, l’omaggio RSI al centenario del radiodramma è tra i finalisti del Prix Marulić, in Croazia, assieme ai prodotti dei più importanti broadcast mondiali.

È stato difficile reperire le informazioni per un evento sportivo di 100 anni fa?

In Svizzera abbiamo molte miniere dove scavare. Archivi magnificamente gestiti che mettono a disposizione materiali e competenze. In questo caso abbiamo coinvolto anche “archivi umani”. Se “Campioni d’Europa” è quello che ascolterete, è anche grazie a Giancarlo Dionisio, storica voce (e tanto altro) che abbiamo coinvolto, anche come attore.

Una cosa che si potrà notare è che anche un secolo fa il calcio era contornato da una gran quantità di polemiche…

Il filosofo cinese e fondatore del taoismo Lao Tse diceva che il gioco è la medicina più grande. La polemica è intrinseca al gioco. Dovrebbe solo restare lì. Dovremmo solo goderci l’iniezione di emozioni per 90 minuti. Tenendo ben in mente la massima del maestro Vujadin Boskov: Rigore è quando arbitro fischia. E finirla lì. Nonostante il Var.

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