Truffa alla ticinese

Si chiama Centrostore.ch. Vende online materiale informatico di marchi prestigiosi a prezzi mai visti. Dice di avere la sede nel Sopraceneri. Il sito si è fatto conoscere grazie a un battage pubblicitario via mail che ha raggiunto centinaia di cittadini. Molti di loro, però, si sono rivolti a Patti chiari. Perché mai? Perché la merce, pagata in anticipo, non arrivava. E allora anche noi abbiamo acquistato qualcosa: una bella stampante. E cosa è successo? Siamo rimasti pure noi a bocca asciutta? Sollecitazioni e reclami sono finiti nel nulla? Già perché è quello che è capitato ai clienti di Centrostore scontenti e arrabbiati quando hanno scoperto che al telefono e via mail non rispondeva più nessuno. Ma come è potuto succedere? Chi si nasconde dietro Centrostore? A Giubiasco, dove dice di avere la sede, esiste davvero?

Patti chiari ha indagato e a scovato chi c’è dietro questo sito. E i suoi trascorsi non sono così limpidi: stipendi e oneri sociali non pagati, fatture in sospeso, lavori non eseguiti. Ma lui andava avanti indisturbato. E fermarlo sembrava impossibile. Nonostante precetti esecutivi e denunce. Anche perché era fuggito dal Ticino. Ma quanto stavamo scoprendo nuovi dettagli e ormai più nessuno se l’aspettava, colpo di scena!

Ve lo raccontiamo in questo servizio che poi discutiamo in studio con Cristina Fusi, ex dipendente, Massimo Collura che su centrostore.ch ha ordinato comprato e pagato due cellulari mai arrivati e Natalia Ferrara, ex procuratrice pubblica.

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