L’Ucraina resiste alle truppe russe, i soldati russi guadagnano lentamente terreno. Questa la fotografia della situazione sul campo, al quarto giorno di conflitto. La diplomazia si muove per trovare soluzioni e punta sulle sanzioni nei confronti di Mosca, e non solo.
Alessandro Orsini, direttore dell’Osservatorio sulla sicurezza internazionale dell’Università LUISS di Roma afferma però "che stiamo sottovalutando la situazione” e che stiamo perdendo di vista un punto fondamentale: "Ossia che la Russia ha continuità territoriale con l’Ucraina”. Ma cosa significa? "Significa che se Putin manda 10'000 soldati a Kiev e questi incredibilmente vengono respinti, ne può inviare altri 10'000, e poi 30'000, ecc. Quindi l’Ucraina è fondamentalmente persa".
Orsini afferma ai microfoni della RSI che "l’idea che stiamo alimentando in queste ore è un’idea che è totalmente priva di fondamento nella realtà. Che Kiev da sola possa resistere, è semplicemente da escludere". Proprio a causa delle continuità territoriale, Putin ha la strada spianata.
In fuga
Dunque, quale sono le vie da percorrere? "Il punto fondamentale è questo: che cosa noi europei vogliamo ottenere. Se l’obiettivo è salvare vite umane, dobbiamo essere molto chiari. La Russia ha vinto. La Russia ha vinto sugli Stati Uniti, sull’Unione Europea e sulla NATO. Se noi porteremo avanti questa guerra, gli abitanti di Kiev saranno massacrati. Se noi pensiamo di "sirianizzare" (modello conflitto in Siria, ndr), come sta facendo l’Inghilterra, vendendo armi per fronteggiare l’esercito russo, quello che noi avremo, è un’altra Siria nel cuore dell’Europa". E quindi quale spazio reale esiste per la diplomazia? "L’unica via è che l’Unione Europea e la NATO accettino la richiesta di Putin di demilitarizzare l’Ucraina e assicurino che non entrerà mai nella NATO. Allo stesso tempo però dovrebbe chiedere a Putin, che l’Ucraina entri nell’Unione Europea".