È sempre più tesa la tensione in Ucraina dopo l'annuncio di Putin sul riconoscimento del Donbass e l'invio delle truppe, formalmente per una missione di peacekeeping, nella regione.
Il presidente russo Putin ha firmato lunedì sera il riconoscimento delle due repubbliche separatiste.
Donetsk e Lugansk, le repubbliche separatiste, restano parte del territorio ucraino: questa la posizione della Svizzera, che osserva con preoccupazione la situazione nella regione.
L'Unione Europea ha deciso un pacchetto di sanzioni finanziarie nei confronti della Russia, che mirano ha ridurre l'accesso al mercato dei capitali e dei servizi finanziari europei.
La Germania dal canto suo ha deciso di dare subito un segnale forte, cedendo, almeno temporaneamente, su uno dei progetti sui quali ha più interessi economici: il gasdotto Nord Stream 2.
Berlino sospende l'autorizzazione di Nord Stream 2
Lo stesso Scholz ha annunciato il congelamento dell'autorizzazione della rete, non ancora in funzione, che collega la Russia alla Germania. Un messaggio a Mosca ma anche ai 27 che rischiano una spaccatura proprio per gli interessi incrociati sui paletti da mettere alla Russia.
Anche gli Stati Uniti hanno annunciato una serie di sanzioni finanziarie contro la Russia, così come l'invio di ulteriori truppe nei Paesi Baltici.
Dal terreno arriva la notizia di due soldati ucraini rimasti uccisi nei bombardamenti e 90'000 civili che, secondo Mosca, stanno lasciando il Donbass per rifugiarsi in Russia.
Il ministro della Difesa di Kiev si è rivolto direttamente ai militari: "Ci attendono prove difficili - ha detto - ci saranno delle perdite, ma vinceremo senza dubbio". "Non abbiamo paura della Russia" ha detto invece il presidente ucraino, Volodimyr Zelensky, che in un discorso alla nazione ha ribadito che gli ucraini non cederanno "un solo pezzo" del Paese.
Attivisti filorussi festeggiano a Donetsk dopo l'annuncio di Putin.
di Diego Moles, Omar Cartulano, Antonio Civile, Joe Pieracci