Appena rientrato a Ginevra dopo aver incontrato i membri del consiglio di sicurezza ONU a New York, l’inviato speciale delle Nazioni Unite per la Siria, Staffan de Mistura, è fiducioso. Sono passati dieci giorni dagli ultimi negoziati fra Governo e opposizioni siriane.
I nodi da risolvere sono sempre gli stessi. Il futuro del presidente Bashar Al-Assad, nuove elezioni e nuova costituzione. In un paese, però, distrutto da sei anni di conflitto, sei anni esatti, da quando le prime dimostrazioni pubbliche in Siria contro il Governo centrale sono state represse con la forza, il 15 marzo 2011. I dati parlano di circa 400’000 morti, 2 milioni di feriti, oltre sei milioni di rifugiati e altrettante persone sfollate. In questo lasso di tempo, vi sono stati tre diversi tentativi da parte di tre diversi negoziatori per trovare una soluzione: prima Kofi Annan, poi Lakhdar Brahimi e dal luglio 2014 Staffan de Mistura.
"Non c’è soluzione militare, ma solo una soluzione politica", ci confessa l’inviato speciale dell’ONU per la Siria nell’intervista che ha concesso in esclusiva alla RSI e in cui ci accompagna nei luoghi dei negoziati.
Eppure, il conflitto continua. Nuovi equilibri mondiali come un nuovo inquilino alla Casa Bianca o un nuovo ruolo della Turchia per citarne alcuni hanno rimesso in discussione i pochi passi in avanti fatti finora. Di questo e dei prossimi appuntamenti abbiamo parlato con de Mistura. A partire dalla ripresa dei negoziati di pace che avranno luogo il prossimo 23 marzo a Ginevra.
Riccardo Bagnato