Damasco è stata teatro mercoledì di due attentati suicidi. Il primo è avvenuto davanti a una corte di giustizia nel quartiere di Al Hamidiyeh e ha provocato almeno 31 di morti e 60 feriti, stando a quanto riferito dalla televisione siriana. Il kamikaze si è fatto saltare in aria dopo che le guardie all'ingresso lo avevano fermato per controllarlo.
Il secondo attentatore si è invece fatto esplodere in un ristorante di Damasco, "uccidendo un certo numero di persone e ferendone altre" ha precisato l’agenzia governativa Sana. Già sabato scorso un altro attentato nella capitale siriana aveva provocato la morte di 40 pellegrini sciiti, attacco rivendicato dall'autoproclamato Stato Islamico (IS).
Sei anni di morti, sfollati e profughi
Il nuovo atto terroristico giunge in un giorno particolare, quello in cui ricorre l’inizio della guerra civile in Siria, cominiciata esattamente sei anni fa: centinaia di migliaia di morti (stimati a 300-400'000), metà della popolazione sfollata o rifugiata all'estero, oltre tredici milioni di persone in stato di necessità, speranza di vita ridotta di 15 anni per gli uomini e 10 anni per le donne. La metà degli ospedali e dei centri sanitari sono stati inoltre chiusi o funzionano solo parzialmente e i due terzi del personale sanitario ha lasciato il paese.
ATS/dielle