Saltata la tournée 2020, sembrava dovesse finire allo stesso modo anche questa volta, ma dopo aver annunciato una seconda annata senza Ticino la carovana del circo Knie ha cambiato programma e da oggi, mercoledì, fa tappa a Lugano. È l'unica a sud delle Alpi per lo spettacolo che ha girato la Svizzera dalla partenza di Rapperswil alla fine di luglio. Solo otto città invece delle solite 28, schivando gli ostacoli posti dalla pandemia, che hanno portato a qualche rinuncia: meno materiale trasportato e niente zoo, ma un programma - si garantisce - all'altezza di quello degli altri anni.
"I miei nonni mi dicono che questa situazione è più difficile che la Seconda guerra mondiale per il circo Knie", ha affermato ai microfoni della RSI Ivan Knie, uno dei più giovani della dinastia elvetica, mentre una sessantina di persone era impegnata a montare il tendone per gli show che inizieranno venerdì.
Con le nuove misure cantonali, dei 2'300 posti un terzo non potrà essere utilizzato. Saranno quindi al massimo 1'500 gli spettatori, obbligatoriamente con certificato 2G (vaccinati o guariti) e dotati di mascherina. "Abbiamo sempre detto che dai 1'000 in su noi partiamo", ha detto Ivan Knie. Non è quindi un problema insormontabile, nemmeno in relazione alla prevendita: la pandemia ha cambiato le abitudini, in molti non riservano i biglietti con largo anticipo.