Il giorno dello sciopero per il clima è stato frenato dalle norme restrittive legate alla pandemia, ma i suoi organizzatori hanno saputo trovare vie alternative, soprattutto online. Il virus è però un tema caldo anche per gli attivisti.
I giovani, ma non solo, sollevano critiche riguardo alla disparità di trattamento per due emergenze globali di simile portata. Se alla pandemia di coronavirus le istituzioni, ma anche la popolazione, hanno cercato di porre rimedio con norme severe e prese di posizioni decise, questo non è avvenuto per quanto concerne il cambiamento climatico, sostengono.
I problemi legati al clima uccidono milioni di persone ogni anno (a livello svizzero causano più di 2'000 decessi) e possono essere considerati un'emergenza anche dal profilo sanitario. Ma, al contrario del COVID-19, non vengono fronteggiati a dovere, sottolineano gli attivisti.
CSI 18.00 del 15.05.20 - Il servizio di Laura Dick
RSI Info 15.05.2020, 20:53
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Lo conferma anche Massimo Filippini, professore ordinario di economia politica all'USI e all'ETHZ: "Per l’attuale crisi sanitaria, il mondo politico ha giustamente reagito in modo determinato e con regole severe. Dall’altra parte, per lottare contro il cambiamento climatico la politica e la società non si sono mostrate così determinate e coraggiose".
Una differente percezione delle due emergenze viene spiegata così da Marco Pons, pneumologo e direttore sanitario Ospedale regionale di Lugano: "Con il COVID-19 molte persone si ammalano rapidamente e vanno in cure intense, mettendo alla prova i nostri sistemi sanitari. Questo si vede meno nei danni legati agli inquinanti atmosferici, perché i problemi si spalmano su un arco di tempo molto lungo e le persone non hanno sintomi acuti come con il coronavirus".