Un proiettile di mortaio sparato dal territorio siriano è caduto nel villaggio turco di Akcakale, località di confine dove in un episodio analogo erano stati uccisi mercoledì fa cinque civili. Lo hanno riferito le reti televisive turche, aggiungendo che non vi sono stati né vittime né feriti.
Immediata la replica dell’esercito turco, che ha risposto con colpi d'artiglieria. Lo riferisce l'agenzia Dogan News. Da mercoledì, giorno della strage di Akcakale, Ankara risponde colpo su colpo ad ogni tiro che dalla Siria finisce in Turchia.
Intanto sulla situazione alla frontiera fra Siria e Turchia si è espresso oggi Beat von Däniken, coordinatore per il Medio Oriente della Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC). In un’intervista pubblicata dalla «Zentralschweiz am Sonntag» l’ha definita “molto preoccupante”. Molti ritengono – ha inoltre dichiarato - che gli ultimi incidenti verificatisi siano un ulteriore passo verso una possibile escalation del conflitto.
«Si sente che il nervosismo sta crescendo nella regione», spiega von Däniken. Una minaccia così chiara come quella proveniente dalla Turchia non c'è mai stata: secondo lo specialista serve assolutamente una soluzione politica, altrimenti vi è il rischio che il conflitto non si limiti alla Turchia e alla Siria. Nel frattempo il peggioramento della situazione sul fronte della sicurezza ha costretto la DSC a chiudere i suoi uffici di Damasco e a trasferire l'attività ad Amman.