La Svizzera ha un record: in Europa siamo il Paese con la più alta densità di apparecchiature di diagnostica per immagini. E il loro utilizzo è in aumento. Ma è pure scarsamente regolamentato dalla Legge sull’assicurazione malattia.
Servono maggiori controlli
Tra il 2019 e il 2023, l’aumento percentuale dei costi degli esami di diagnostica per immagini è risultato superiore all’incremento dei costi complessivi dei trattamenti ambulatoriali rimborsati dall’assicurazione malattia di base. Lo riporta il Controllo federale delle finanze (CDF) in un rapporto pubblicato oggi. I dati mostrano che nel 2023 gli esami di diagnostica per immagini sono costati 2,1 miliardi di franchi, circa un sesto di tutti i costi ambulatoriali coperti dall’assicurazione di base. Il CDF rimprovera agli assicuratori di non controllare sufficientemente l’uso che viene fatto di apparecchiature per radiografia, ecografia, tomografia computerizzata, risonanza magnetica e affini. Il CDF raccomanda perciò alla Confederazione di adoperarsi per ottenere informazioni tracciabili nelle fatture. E pure di garantire migliori controlli.
L’utilità della cartella informatizzata
Tra le possibili soluzioni, l’introduzione della cartella informatizzata del paziente, che potrebbe notevolmente migliorare la situazione. Per evitare esami doppi e ripetuti, il CDF raccomanda perciò di garantire l’accesso completo ai referti radiologici e alle immagini mediche attraverso questo supporto nella prossima revisione delle basi legali.
Attendendo il Tardoc
Secondo il Controllo federale delle finanze, tra le cause dell’aumento del numero e dell’utilizzo delle apparecchiature di diagnostica per immagini c’è pure il tariffario Tarmed, che consente di utilizzare le apparecchiature a condizioni vantaggiose. Quando verrà introdotto il nuovo Tardoc, raccomanda il CDF, si dovrà fare attenzione a non generare un aumento del numero di questi esami.

RG 12.30 del 28.04.2025 - Costi della salute, il servizio di Paola Latorre
RSI Info 28.04.2025, 12:32
Contenuto audio