Svizzera

Si dovrebbe tornare a votare sull’identità elettronica

Il comitato referendario ha depositato le firme contro la nuova e-ID approvata dal Parlamento a dicembre - Divergenze fra i promotori della raccolta

  • 17 aprile, 14:49
  • 17 aprile, 17:05
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Secondo i referendari, i diritti fondamentali sono in pericolo.

  • kestone
Di: ATS/YR 

Il popolo svizzero voterà probabilmente nuovamente sull’identità elettronica (e-ID). Il comitato referendario “Legge sull’e-ID No” ha depositato giovedì le firme raccolte presso la Cancelleria federale.

Poche ore dopo aver consegnato le firme alla Cancelleria federale, è scoppiato però un diverbio tra i vari comitati che hanno partecipato al referendum. Il movimento Mass-Voll chiede l’immediata restituzione di alcune delle firme presentate oggi, senza le quali la soglia di 50’000 sottoscrizioni necessarie non sarebbe ancora raggiunta.

Gli Amici della Costituzione hanno infatti presentato circa 20’000 firme che erano state raccolte da Mass-Voll, ha dichiarato Nicolas Rimoldi, presidente di Mass-Voll, all’agenzia di stampa Keystone-ATS. La presentazione congiunta delle firme era stata programmata per martedì prossimo. “Ho chiesto alla Cancelleria federale di consegnarci immediatamente le firme sui fogli di Mass Voll”, ha dichiarato Rimoldi. La Cancelleria federale non è raggiungibile per una prima reazione.

Rimoldi ha detto che gli avvocati della sua associazione stanno preparando una denuncia penale contro gli Amici della Costituzione. “Le loro azioni sono chiaramente illegali”.

Il comitato (che comprende anche Aufrecht Schweiz, il Partito Pirata e l’associazione Referendum E-ID 2.0, affiancati dai giovani UDC e dall’UDF) presenta diversi argomenti contro la nuova e-ID, approvata dal Parlamento a dicembre. Non c’è un vero controllo statale, poiché fedpol non può emettere l’e-ID senza passare attraverso privati. Inoltre, la tecnologia non è trasparente. Sempre secondo i referendari, i diritti fondamentali sono in pericolo. L’e-ID potrebbe servire come base per un sistema di credito sociale e rendere l’accesso ai servizi dipendente dal comportamento. Inoltre, è discriminatoria, poiché alcuni servizi sarebbero accessibili solo con un e-ID.

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