Bocciato un progetto, si ragiona da subito su una soluzione alternativa. In Parlamento, dopo il secco "no" popolare alla legge sui servizi d'identificazione elettronica, si sta già meditando su un nuovo progetto, stavolta, di natura interamente pubblica. La normativa respinta domenica scorsa, e con più del 64% di voti a sfavore, prevedeva invece una controversa ripartizione di compiti fra Confederazione e operatori privati.
Una mozione depositata mercoledì in Parlamento, e sottoscritta da membri di tutti i gruppi dalla destra alla sinistra, invita infatti il Governo a riproporre un'identità elettronica che potrà essere sviluppata da privati, ma sarà gestita interamente dallo Stato.
Per una nuova ID occorreranno in ogni caso 2-3 anni. Tale strumento rappresenta uno dei presupposti per il processo di digitalizzazione della nuova amministrazione pubblica, che vede la Svizzera in ritardo rispetto ad altri Paesi europei.
RG/ARi