Leandro Manfrini è morto questa mattina alle 5.00 alla casa anziani del Ricordone per una polmonite, aveva 83 anni. Giornalista, viaggiatore e scrittore, era nato a Ponte Cremenaga, in Malcantone, l'11 marzo del 1932. Dopo gli studi a Zurigo, Neuchâtel e Milano e un'esperienza nella carta stampata, era approdato all'allora RTSI nel 1967. Responsabile dal 1970 al 1984 del settore internazionale, aveva diretto rubriche quali 360, Video 15 e Reporter, realizzando servizi dal Vietnam in guerra. Dal 1984 al 1987 era stato a capo del Dipartimento informazione. Molti lo ricordano però per il programma più popolare, anche se forse meno prestigioso, dei suoi anni in azienda: il gioco "Il Menabò".
Leandro Manfrini nel 1967
Durante la sua carriera, ha realizzato numerosi reportage e documentari, fra i quali si possono ricordare
"Desencuentros" sulla figura del bleniese Mosé Bertoni, vissuto in Paraguay. L'opera, del 1992, fu presentata fuori concorso al Festival del film di Locarno.
"Geel. Una straordinaria normalità", realizzato con Luciano Berini, fu invece proposto nell'edizione 1998 del "Prix Europa" a Berlino".
"Rosaleda" (1999) racconta invece la storia di una settantina di svizzeri, fra cui un ticinese, insediatasi nel Chaco, un'inospitale regione del Paraguay considerata "un inferno verde".
Suoi anche i libri "Viaggiatore senza passaporto" (1992), raccolta di interventi edita dal Giornale del Popolo, e "Sigarette e cimiteri" del 2009. Era stato anche console onorario del Paraguay in Ticino.
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