“A 80 anni uno pensa di aver fatto tutte le esperienze e poi finisce in carcere per 3 giorni…”: lo dice un po’ ironico e un po’ amareggiato don Azzolino Chiappini, che in un’intervista esclusiva alla RSI racconta cosa ha vissuto in questi mesi. “Sono stati momenti difficili e pesanti – continua l’ex vicario generale della Diocesi ed ex rettore della Facoltà di teologia – soprattutto per quanto pubblicato sui giornali, ma allo stesso tempo ero tranquillo perché in coscienza io sapevo che non c’era nulla di grave né di penalmente rilevante”
Nell’intervista del collega di Rete Uno Roberto Antonini, don Chiappini cerca anche di ipotizzare l’origine delle accuse di sequestro di persona e coazione. Con lui da anni vive infatti una donna di origini finlandesi, che giunta come assistente ha poi cominciato a occuparsi delle faccende domestiche. “Negli ultimi tempi, lei aveva cominciato a non voler più uscire di casa perché era molto stanca. E non voleva nemmeno che degli estranei entrassero. Se c’erano dei lavori da fare in casa, ero io a dire che non si poteva, che non andava bene.” Insomma, don Chiappini assecondava la volontà della donna tenendo lontani anche gli operai e questo può aver originato dei sospetti. “È un po’ poco ma ci hanno costruito attorno il teorema del sequestro” chiosa un po’ sconsolato.
Resta aperta una questione: gli inquirenti hanno interrogato la presunta vittima? “Certo – risponde Chiappini – e la sua testimonianza è stata determinante perché ha spiegato che era libera, che non era mia prigioniera e che se stava in casa era per una sua scelta. Forse la cosa più semplice sarebbe stata quella di sentirla, prima di arrestarmi.”
Millevoci: Dal carcere al decreto d’abbandono: don Azzolino Chiappini racconta la sua vicenda
Questo è solo un estratto dell’intervista in cui Don Chiappini con molta trasparenza spiega la natura del rapporto con questa donna, racconta le sue emozioni, parla del suo futuro e pacatamente solleva qualche dubbio sull'operato della magistratura. La versione integrale va in onda oggi, lunedì 1. marzo all’interno di Millevoci (alle 11 su Rete Uno) e in diretta risponderà il procuratore generale del Canton Ticino Andrea Pagani. Al dibattito partecipano anche Nicola Corti, avvocato e già procuratore pubblico e Andrea Manna, giornalista e vicedirettore de “laRegione”, che per primo ha rivelato il caso.
RG