Ticino e Grigioni

"Segno di fiducia nel Consiglio della magistratura"

Il Gran Consiglio ha eletto lunedì gli ultimi membri non togati. Norman Gobbi: "Un buon segnale di rinnovamento"

  • 7 novembre 2022, 20:11
  • 20 novembre, 14:30
05:10

Rinnovato il Consiglio della magistratura

SEIDISERA 07.11.2022, 19:43

  • TIPRESS
Di: SEIDISERA/Red MM. 

Con l’elezione lunedì da parte del Parlamento ticinese degli ultimi quattro membri non togati, il Consiglio della magistratura è pronto per entrare in carica il prossimo primo gennaio. Dopo le nove dimissioni su dodici membri, a settembre si è proceduto a tappe forzate con il rinnovo: a metà ottobre l’assemblea dei magistrati ha scelto il giudice Damiano Stefani come presidente, assieme altri altri due membri togati, il pretore di Lugano Claudia Canonica Minesso e il procuratore generale sostituto Andrea Maria Balerna. A questi si aggiungono ora i membri "laici" Riccardo Crivelli, Beatrice Fasana, Simonetta Perucchi Borsa e Silvia Torricelli. La scelta per i membri supplenti è caduta invece su Gianluca Generali, Piergiuseppe Vescovi e Pietro Quanchi.

"Credo che questo sia un buon segnale di rinnovamento, visto che molte persone sono cambiate. Ma anche di rinnovata fiducia in un organo che magari ha avuto qualche problema di immagine più che di funzionamento" ha detto alla RSI il direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi.

Si volta dunque pagina anche sul caos e il disorientamento di un paio di anni fa quando cinque procuratori pubblici vennero confermati dal Gran Consiglio nonostante il preavviso negativo del Consiglio. E si riparte con un presidente-giudice, scenario che lo stesso Gobbi aveva auspicato non si ripetesse più: "Questa riflessione - ha osservato il direttore delle Istituzioni - va fatta in ottica futura. Per garantire ancora di più quell’indipendenza che un organo di vigilanza deve avere sulla magistratura tutta. Avere un giudice potrebbe talvolta creare dei problemi. L’abbiamo visto di recente quanto il Gran Consiglio ha dovuto creare un organo ad hoc per valutare il caso di una magistrata che aveva ricusato parte del Consiglio della magistratura”.

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