Il prossimo 31 marzo sarà l'ultimo termine per inoltrare una domanda d'indennizzo da parte di chi, prima del 1981, è stato vittima di misure coercitive e collocamenti extrafamiliari. Una pagina triste della recente storia svizzera, vicende di infanzie rubate nell’ambito di una presunta assistenza sociale.
Sono state finora 1'300 le domane inoltrate a livello nazionale, mentre in 150 persone tra i 50 e i 90 anni si sono rivolte ai servizi preposti nel canton Ticino.
Oggi pomeriggio (venerdì) è stata organizzata a Sementina una giornata di informazione in vista della scadenza dei termini di legge. Lì, abbiamo incontrato Gianni Mora che rappresenta la Fondazione Fluri nel cantone e che è stato lui stesso vittima di collocamenti coatti negli anni Sessanta.
“È stata molto dura. Ma c’è stato un momento magico, quando la consigliera federale Simonetta Sommaruga si è scusata: ho ritrovato la fiducia”, ci spiega Mora, aggiungendo: “È stato un momento di liberazione: per ritrovare me stesso e capire cosa è successo e perché. Ho capito che non ero io il colpevole e che non avrei più dovuto vergognarmi”.
Per uscire da questo periodo buio, spiega ancora Gianni Mora, è servito il dialogo e il perdono: “Oggi sono qui e il mio appello è: abbiate fiducia e fatevi avanti. Il contributo di solidarietà è un vostro diritto, anche se questo non cancellerà i torti e le ferite subite”.
CSI/ludoC