Ticino e Grigioni

Collocamenti, vittime titubanti

In Ticino 62 persone hanno chiesto il contributo di solidarietà. "Sotto le attese". Restano tre mesi per farsi avanti

  • 19 dicembre 2017, 11:45
  • Oggi, 03:12
01:36

da "Cresciuti nell'ombra" di Mariano Snider

RSI Info 11.11.2015, 18:53

Uomo di 70-75 anni che ha trascorso l’infanzia in un istituto per decisione della Delegazione tutoria o della famiglia. È il profilo di chi in Ticino si è fatto avanti chiedendo il risarcimento per le ingiustizie subite che la Confederazione da inizio 2017 riconosce alle vittime dei cosiddetti collocamenti coatti avvenuti prima del 1981.

02:52

Collocamenti coatti, vittime risarcite

Il Quotidiano 15.02.2017, 20:00

A fine ottobre erano state inoltrate 62 domande; un numero sotto la media nazionale (in Svizzera ve ne sono state 3'352, anche qui meno delle attese). 99 persone si sono invece rivolte al Servizio per l’aiuto alle vittime di reati e all’Archivio per rivelare la propria storia o cercare documentazione.

02:30

Grigioni fanno luce sui collocamenti coatti

Telegiornale 18.05.2017, 22:00

Il Consiglio di Stato tramite un comunicato, da un lato, ribadisce il sostegno alle vittime e ai loro congiunti e, dall’altro, ricorda che il termine per domandare il contributo scade il 31 marzo. Informazioni dettagliate sono pubblicate su una pagina web. Un opuscolo informativo è stato inoltre trasmesso alle cancellerie comunali. Altra documentazione è disponibile anche in case anziani, case di cura, studi medici, ecc.

Diem

Migliaia di vittime

27.04.2016: Collocamenti coatti, sì al risarcimento

Le persone che possono chiedere il contributo di solidarietà potenzialmente sono decine di migliaia delle quali circa 1'000 nel solo Ticino. Tutte quelle che, dai primi decenni del XX secolo fino al 1981, hanno visto la loro libertà violata da misure coercitive a scopo assistenziale o da collocamenti extrafamiliari: separazioni dalle proprie famiglie (bambini e giovani mandati a servizio, dati in affido o collocati in istituti), internamenti amministrativi (collocamenti in istituti chiusi, talvolta penitenziari, senza decisione giudiziaria), violazioni dei diritti riproduttivi attraverso sterilizzazioni e aborti forzati, adozioni forzate e sperimentazioni illegali di farmaci.

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