Vittime di collocamento coatto posano sulla Piazza Federale
Modem

Un capitolo oscuro della storia svizzera

Lanciata un’iniziativa per far luce sulla vicenda dei “bambini collocati” e per istituire un fondo per loro

  • KEYSTONE
  • 01.04.2014
  • 32 min
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“Dal profondo del cuore, a nome del Governo svizzero, vi chiedo scusa per la sofferenza che vi è stata inflitta”: così, lo scorso anno, la consigliera federale Simonetta Sommaruga si è rivolta alle decine di migliaia di persone che in Svizzera, fino al 1981, sono state internate in penitenziari o in istituti educativi perché orfane, provenienti da famiglie povere o figlie di unioni non legittime. Molti bambini sono poi stati costretti a lavorare senza remunerazione, mentre molte donne sono state sottoposte a sterilizzazione o costrette all'aborto.

Per fare maggiore chiarezza sulla vicenda e per ovviare finanziariamente a quanto successo, è stata lanciata una “Iniziativa per la riparazione”, sostenuta da tutti i partiti tranne l’UDC, che chiede di istituire un fondo di 500 milioni a favore delle circa 20'000 vittime ancora in vita di questo capitolo oscuro della storia svizzera. Ma come è possibile che nel nostro paese sia successo tutto ciò? Perché, fino ad ora, non è stato fatto nulla per riparare a questo grave errore? Di questo ed altro parleremo a Modem con Matthias Aebischer (consigliere nazionale socialista membro del Comitato di iniziativa) e Sergio Devecchi (testimone di origine ticinese che fa parte della tavola rotonda). Sentiremo anche, intervistati, Luzius Mader (vicedirettore Ufficio di giustizia e delegato per le vittime di misure coercitive), Thomas Huonker (storico che studia la questione da 25 anni e membro della tavola rotonda) e Francis Egger (rappresentante dell'Unione svizzera dei contadini, contraria al risarcimento).

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