Dal primo gennaio in Svizzera è possibile cambiare il proprio nome e sesso nel registro dello stato civile senza passare da un giudice. "Quella crocetta su F che non vede nessuno, per te è importantissima" dice Simona, che racconta della propria vita, dai primi dubbi sul suo genere al cambiamento ufficiale del sesso decenni dopo.
Simona, nonostante i dubbi in gioventù, si è adattata a quello che si aspettava la società e ha condotto una prima vita al maschile: servizio militare, lavoro da selvicoltore, un matrimonio di 28 anni e due figli. Ma sei mesi dopo la morte dell’amata moglie ha deciso di fare la transizione al femminile.
Felice nella sua seconda vita da donna e finalmente in armonia con il suo corpo, Simona ricorda le sofferenze legate alla disforia di genere e il lungo percorso che ha dovuto fare, sotto il vecchio ordinamento, per il cambio ufficiale del sesso. La nuova situazione, più semplice, per lei è benvenuta, ma non nasconde il timore che senza le difficoltà che ha dovuto affrontare, la decisione possa essere presa alla leggera.
Andrea Büchler, presidente della Commissione di etica per la medicina umana, sottolinea l’importanza di semplificare il passo ufficiale per l’autodeterminazione delle persone. La Commissione chiede alla Confederazione di fare un passo in più e permettere una terza opzione oltre a uomo o donna, in modo da tenere conto della pluralità delle identità sessuali.