È stata fatta cadere completamente la frana tra Riva San Vitale e Brusino e si lavora per poter riaprire integralmente la strada il prima possibile, attualmente percorribile solo nelle ore di punta da traffico privato.
C’è un incessante viavai di tir che rimuovono tonnellate e tonnellate di materiale. I tronchi e i sassi più grossi sono già stati allontanati, ma resta una quantità importante e minacciosa di sassi e terra che si sono depositati in modo instabile sulla parte finale della scarpata. “La configurazione del versante - ha detto al Quotidiano della RSI Andrea Pedrazzini, geologo cantonale - fa sì che abbiamo due solchi vallivi che si incrociano e il materiale della frana si è accumulato in questi solchi che dobbiamo chiaramente liberare, perché in caso di precipitazione potrebbe raggiungere la strada cantonale”. Difficile fare una stima del materiale rimasto che tuttavia, spiegano i tecnici, si avvicina ai 1000/1500 metri cubi ancora da sgomberare. Nessuna novità ancora sui tempi ma dovrebbero essere ampliate le fasce di passaggio orario per le auto.
Martedì è stata chiusa la strada Sonvico - Maglio di Colla per la messa in sicurezza della parete dalla quale, un mese fa, si è staccata una frana che ha travolto un automobilista diretto a Tesserete. Sulla tragedia è in corso un’inchiesta. Intanto la strada resterà chiusa per i lavori di messa in sicurezza fino a venerdì. “Stiamo lavorando chiaramente nel Sottoceneri, prosegue Pedrazzini, e qui a Riva San Vitale dove la strada è stata chiusa. Ma non dimentichiamo che stiamo lavorando anche nelle altre parti del Ticino, in particolare a Moscia, zona di Ascona, dove stiamo realizzando 2 o 3 reti paramassi a protezione sempre della strada”.
A Bondo va via il ponte militare
A Bondo sono invece terminati i lavori di smontaggio del ponte militare che - dopo la frana del Pizzo Cengalo - in questi anni ha garantito un’alternativa viaria. Ciò significa che gradualmente si torna alla normalità con l’obiettivo di terminare tutte le operazioni di ripristino per settembre.
Un ponte smontato in una settimana dagli specialisti dell’esercito. All’inizio, ha riferito Victor Matty, tenente Genio battaglione territoriale 3, per la fase di trasporto del materiale erano impiegate 27 persone, poi passate a venti. Per la fase di smontaggio sono stati usati 14 veicoli. I lavori non sono stati sempre semplici e hanno costituito un ottimo esercizio per i militi del Genio e di intervento in caso di catastrofe. “Il ponte così com’è, e con questo speciale sistema - riferisce alla RSI l’aiutante di Stato Maggiore dell’Esercito, Stephan Friedrich, era qui da cinque anni. Il suo scopo era di fungere da ponte di emergenza in caso di ulteriore catastrofe, poi è stato usato durante i vari lavori e poi dalla popolazione come via alternativa per il traffico”.
Per la popolazione di Bondo, della Bregaglia ma anche per gli escursionisti: Il 20 marzo l’assemblea comunale si pronuncerà su un progetto di sentiero sicuro per la capanna Sasc Furä e per l’altra capanna della Val Bondasca sono invece imminenti, come si evince dall’intervista rilasciata dal sindaco di Bregaglia, Fernando Giovanoli.

Bondo, smontato il ponte militare
Il Quotidiano 04.03.2025, 19:00