Dunia Mouhammed è stata recentemente al centro di un acceso dibattito su di una campagna di reclutamento delle Aziende industriali di Lugano (AIL), che la ritraeva sorridente con il suo velo. Lo scopo era di mostrare la politica inclusiva dell’impresa. Tuttavia, da due settimane, la sua immagine è stata presa di mira dal Mattino della Domenica, che l’ha criticata come simbolo di una mancata integrazione e di una scelta pubblicitaria discutibile.
Il Quotidiano ha incontrato Dunia per ascoltare la sua versione dei fatti. “La prima cosa che ho pensato è stata: ‘Ma perché? Cosa ho fatto di male?’”, ha detto ai microfoni della RSI. L’apprendista ha espresso la sua frustrazione per essere stata giudicata da chi non la conosce: “La persona che ha scritto questo articolo non mi conosce neanche per dire che non sono integrata, che rifiuto l’Occidente”.
Dunia, una 27enne di origine palestinese nata in Iraq, ha sottolineato che indossare un velo non significa essere priva di sentimenti o identità: “Il fatto che io” lo metta “non vuol dire che sono un manichino”, ha affermato. L’apprendista lavora come impiegata di commercio alle AIL da tre anni e afferma di aver trovato la sua strada. Dal 2018, vive con tutta la sua famiglia in Ticino, dove si sente parte della comunità.
E intanto la responsabile delle pubbliche relazioni di AIL, che lavorava in azienda da una ventina d’anni, è stata licenziata. Nessun legame però con la campagna sugli apprendisti criticata dal Mattino. Questo è quanto ha dichiarato il presidente del CdA Angelo Bernasconi che, a La Regione, ha assicurato, citiamo, che “la decisione era già stata presa da tempo nell’ambito della riorganizzazione interna”.