La Grande barriera corallina che si estende al largo della costa nordest dell'Australia non è mai stata in condizioni peggiori. Lo sostiene un gruppo di scienziati presentatosi davanti ad una commissione del Senato incaricata di indagare sul modo in cui il Governo federale e quello statale del Queensland hanno gestito il sito naturale.
Tra le cause che hanno portato al degrado della perla del Patrimonio mondiale dell’UNESCO, i ricercatori hanno citato l'espansione del porto di Abbot Point, gli scarichi agricoli e la cattiva qualità dell'acqua.
Peter Mumby, presidente dell’Australian Coral Reef Society, ha riferito che dal 1980 la copertura di coralli si è dimezzata. Gli ha fatto eco il direttore del Global Change Institute dell’Università del Queensland, Ove-Hoegh-Guldberg, che ha specificato che entro il 2050 il numero dei pesci diminuirà drasticamente. Le compagnie minerarie hanno spiegato di non avere responsabilità specifiche.
Red. MM/ATS