Il crepuscolo dei Casadei

Il crepuscolo dei Casadei non è un riferimento al tramonto di un genere o al suo appannamento artistico, ma un omaggio reverente alla famiglia di musicisti più nota e longeva tra quelle che hanno frequentato questo stile e in particolare a due di loro: Secondo Casadei, di cui lo scorso anno ricorrevano i cinquant’anni dalla morte, e suo nipote Raoul, scomparso il 13 marzo 2021 per le conseguenze del covid all’età di 83 anni. Con la morte di Raoul si chiude un’era e si potrebbe aprire, come cercheremo di dimostrare nelle cinque puntate di questo speciale, anche una fase di rinnovamento, di reinvenzione, che dia al liscio un nuovo impulso e lo riporti a battere il tempo con il ritmo quotidiano della sua gente, come è successo praticamente per quasi tutto il secolo scorso. Con una parafrasi un po’ ardita abbiamo fatto riferimento naturalmente anche al “Crepuscolo degli Dei” di Richard Wagner, ma si tratta solo di un’assonanza verbale, non tematica, anche se come vedremo la cultura teutonica e il mondo austroungarico non sono assenti nella nostra storia, soprattutto per quanto riguarda la matrice iniziale, il riferimento ispirativo. Il liscio nazionale di Casadei ha fatto da frangiflutti rispetto a un immaginario permeato di molte altre cose che, a proposito di questi suoni e di queste danze, sono naufragate per una ventina d’anni nell’oleografia di un plotone di gruppi tutti fotocopiati e stantii. Fare un salto esplorativo di qualche decennio e scoprire (o riscoprire) il liscio degli albori arrivando fino alle storie epiche dei pionieri, può servire da miccia creativa. Musicisti come Carlo Brighi, Bruto Gentili, Secondo Casadei avevano biografie da bluesmen, passioni musicali ottenebranti come quelle dei rockers, spinte innovative come quelle dei più grandi guru del folk mondiale. Se vogliamo che qualche ragazzo si innamori di nuovo dei suoni tipici del liscio per poi somatizzarli e trasformarli, e rivoluzionarli, occorre ripartire da quelle storie e da quelle calligrafie, in alcuni casi anche dagli stessi strumenti che usavano le prime orchestre a fine Ottocento. Noi proveremo a mettere in fila tutto quanto: i pionieri e le nuove generazioni, le star acclamate e i personaggi meno conosciuti, il liscio emiliano e quello romagnolo, le aie e le balere, gli acetati e i cd, i violini e i clarinetti in Do…

Lo faremo anche in compagnia di cinque preziosi ospiti, che arricchiranno ogni puntata di aneddoti e testimonianze significative.