Negli ultimi giorni i media europei, a partire da un articolo comparso sul Guardian, hanno dato notizia della morte – avvenuta lo scorso 6 febbraio – del cantautore dissidente Vadim Stroykin. Ufficialmente un “suicidio”, avvenuto durante una perquisizione dei servizi di sicurezza russi nel suo appartamento di San Pietroburgo. Un’occasione per noi per ripercorrere la storia e l’importanza -politica e artistica- della canzone di protesta in Russia. Lo facciamo con il cantautore anarchico Alessio Lega, che ha tradotto e interpretato in italiano le poesie-canzoni di Bulat Okudzhava, considerato il padre dei bardi russi.
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