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Babilonia

Mesudì

Simone Pulvano e l’anima artistica di Mesudì

  • Courtesy: Simone Pulvano
  • 30.4.2024
  • 46 min
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  • Musica
Di: Sergio Albertoni e Valerio Corzani

«In un gioco di equilibri, con l’incanto degli enigmi» è la frase che meglio descrive l’anima artistica di Mesudì, un ensemble che si muove tra la musica di tradizione orale e il folk urbano, tra la voce e il tamburo, tra il romanesco e il dialetto calabrese. Si tratta di un quartetto fondato nel 2019 dal nostro ospite di oggi, l’eclettico percussionista romano Simone Pulvano, con le voci e le percussioni di Claudia Ugenti, Elisa Surace e Francesca Flotta. L’universo musicale del gruppo si basa sull’equilibrio, sottile e raffinato, di voci e percussioni pensati come unici strumenti creativi e vissuti nelle loro mutevoli possibilità estetiche. Le trame armoniche e ritmiche che vengono elaborate dialogano con il Mediterraneo, con le sue sponde e i suoi mari, ma risentono anche del mondo urbano e metropolitano in cui il gruppo affonda parte delle proprie radici. Nasce così un linguaggio complesso e variegato in cui i suoni del mondo arabo incontrano canti e proverbi della tradizione popolare calabrese, il romanesco si mescola alla polifonia classica, il rap ripercorre la tradizione di racconto e di protesta degli antichi cantastorie. In questa dimensione multiforme nasce lo stesso nome del gruppo, Mesudì, il vento di mezzogiorno, il vento del Sud, che sfiora, sposta e trasporta, raccoglie e racconta. E il racconto è al centro del lavoro del gruppo che nei suoi brani propone storie di vita, vissuta o immaginata, in cui i rapporti e le relazioni tra gli individui si definiscono come nodi, legami che stringono, intrappolano o fanno innamorare.

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