"Perché ogni pena non sia una violenza di uno o di molti contro un privato cittadino, dev’essere essenzialmente pubblica, pronta, necessaria, la minima delle possibili nelle date circostanze, proporzionata a delitti, dettata dalle leggi”.
Anche da queste poche frasi emerge l’importanza ancora oggi del capolavoro di Cesare Beccaria Dei delitti e delle pene” pubblicato nel 1764. A 250 anni dalla prima edizione è infatti ancora attuale: e soprattutto per la critica alla tortura e alla pena di morte, è stato un punto di svolta a cui guardarono sistemi giuridici di tutto il mondo. La trasmissione, attraverso 5 interventi di studiosi di vari ambiti, consente di illustrare l’opera di Beccaria nel suo contesto e di seguirne l’influenza sugli ordinamenti giuridici, oltre ad evidenziare il percorso che lega il suo autore a Pietro Verri e ad Alessandro Manzoni nella riflessione sui temi della giustizia e in quella ricerca di forme di comunicazione che approderà alla fondazione del romanzo moderno italiano. Mario Pisani, professore emerito di Procedura penale all’Università degli Studi di Milano, svela una circostanza (riportata nel suo libro Cesare Beccaria e l’Index Librorum Proibitorum, pubblicato dalle Edizioni Scientifiche Italiane) che riguarda direttamente la Svizzera. Dei delitti e delle pene infatti uscì anonimo, “per prudenza” più che “per modestia”. E il nome di Cesare Beccaria venne fuori proprio a Berna, come svela in trasmissione il prof. Pisani. Salvatore Veca, docente a Pavia e presidente del Premio Balzan, pone in rapporto l’opera di Beccaria con quella di Pietro Verri e di Alessandro Manzoni nel contesto dell’illuminismo italiano ed europeo. Giorgio Panizza, docente all’Università di Pavia, ha curato con Mariella Goffredo l’importante mostra documentaria “Un laboratorio europeo: la riflessione sulla giustizia a Milano da Beccaria a Manzoni”, esposta presso la Biblioteca Nazionale Braidense di Milano fino al 12 febbraio 2015, e il relativo catalogo Da Beccaria a Manzoni. La riflessione sulla giustizia a Milano, edito da Silvana Editoriale. Mentre Giulia Raboni, docente all’Università di Parma, interviene sul rapporto tra Beccaria e Alessandro Manzoni e in particolare sulla genesi dell’opera La colonna infame di Manzoni. Infine Loredana Carlati, docente presso l’Università di Milano-Bicocca, affronta il tema del diritto di punire, evidenziando l’influenza dell’opera di Beccaria sulle riforme della giustizia nel secolo XVIII.
Gli appuntamenti:
24.11.14: Mario Pisani: Cesare Beccaria e la Svizzera
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Cesare Beccaria e la Svizzera
Blu come un'arancia 24.11.2014, 18:40
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25.11.14: Salvatore Veca: Beccaria tra Pietro Verri e Alessandro Manzoni
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Beccaria tra Pietro Verri e Alessandro Manzoni
Blu come un'arancia 25.11.2014, 18:40
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26.11.14: Giorgio Panizza: Beccaria e la cultura italiana ed europea
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Beccaria e la cultura italiana ed europea
Blu come un'arancia 26.11.2014, 18:40
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27.11.14: Giulia Raboni: Beccaria e La colonna infame” di Manzoni
![](https://cleaver.cue.rsi.ch/public/incoming/703586-oq4psu-Blu-come-Arancia-16_9.png/alternates/r16x9/703586-oq4psu-Blu-come-Arancia-16_9.png)
Beccaria e La colonna infame” di Manzoni
Blu come un'arancia 27.11.2014, 18:40
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28.11.14: Loredana Carlati: Beccaria e il diritto di punire
![](https://cleaver.cue.rsi.ch/public/incoming/703586-oq4psu-Blu-come-Arancia-16_9.png/alternates/r16x9/703586-oq4psu-Blu-come-Arancia-16_9.png)
Beccaria e il diritto di punire
Blu come un'arancia 28.11.2014, 18:40
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