Il jazz oggi si trova a un bivio: celebrato come patrimonio culturale, rischia però di rimanere intrappolato in una visione museale che lo allontana dalle nuove generazioni. Per garantirne il futuro, è necessario riportarlo alla sua essenza: una forma d’arte viva, creativa e in costante evoluzione.
Il pubblico invecchia, i programmi si appiattiscono su scelte sicure, e la connessione emotiva con gli spettatori si affievolisce. Serve un cambio di paradigma: progetti innovativi, esperienze di concerto diversificate e un rapporto più diretto tra musicisti e pubblico sono le chiavi per un jazz che sappia parlare al presente senza tradire la sua storia.
Non è sufficiente preservare il jazz, bisogna rilanciarlo. Togliendolo dal museo e restituendolo alla sua natura rivoluzionaria, possiamo attrarre un pubblico più ampio e giovane, garantendo a questo straordinario linguaggio un futuro vibrante e inclusivo.
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