Non è dato sapere se la città di Swansea in Galles sia stata teatro di tumulti o semplicemente sia un luogo rumoroso (le principali accezioni del termine “uproar” in italiano). Quello che si sa per certo è che un giovane sassofonista britannico, Tom Smith, alla testa di una big band, con un manipolo di brillanti musicisti, ha dedicato alla cittadina gallese un bel brano, “Swansea uproar”, che preannuncia “A Year in the Life”, uno degli album più attesi del 2025 nella scena jazz inglese.

A distanza di poco più di 50 anni, il quartetto di Branford Marsalis tributa un omaggio a Keith Jarrett riproponendo “Spiral Dance”, un classico del pianista statunitense tratto dal capolavoro “Belonging”, primo album del suo quartetto europeo in cui era accompagnato da Jan Garbarek, Palle Danielsson e Jon Christensen.

Il veterano della batteria Carl Allen si imbarca in un’impresa simile con la rilettura di uno dei brani più famosi di Pat Metheny, “James”, contenuto in “Tippin”, pregevole album uscito poche settimane fa, in cui Allen guida un trio hors catégorie: i compari di scorribande sono due dei musicisti più acclamati degli ultimi anni, Christian McBride al basso e Chris Potter al sax.

All’inizio del 2025 un altro trio, questa volta belga, ha pubblicato un lavoro degno di nota: si intitola “Blame it on my chromosomes” ed è stato firmato dal pianista belga-giapponese Alex Koo.

Rimanendo in Europa va segnalato anche un nuovo brano di una bassista-compositrice italiana, Rosa Brunello, che ha appena pubblicato “Uno Punto Uno”, bell’esempio di come il jazz ami la contaminazione di generi, in questo caso con abbondanti dosi di dub e musica etnica.

Chiuderà la puntata il plettro di Mark Lettieri, chitarrista di grande classe, versatile e funambolico, noto al pubblico amante del jazz soprattutto per l’esperienza con il super-collettivo degli Snarky Puppy. Col suo “Mark Lettieri Group” ha dato alle stampe un nuovo singolo, “Medallion”, bonus-track dell’album dello scorso anno “Can I Tell You Something?”.