Charlot

Sulle tracce del real maravilloso

Netflix porta sullo schermo “Cent’anni di solitudine” di Gabriel García Márquez

Gabriel García Márquez
Di: Barbara Camplani 

Abbiamo dovuto aspettare quasi sessant’anni perché gli eredi della famiglia Márquez acconsentissero a un adattamento audiovisivo del romanzo capolavoro del premio Nobel per la letteratura colombiano Gabriel García Márquez.

È uscita prima di Natale sulle piattaforme Netflix di tutto il mondo la prima stagione della nuova serie “Cent’anni di solitudine”. 16 ore, suddivise in altrettanti capitoli, per raccontare l’intricata saga della famiglia Buendía nel favoloso villaggio di Macondo e, soprattutto, per provare a trasporre su schermo la scrittura immaginifica di Márquez, considerato il padre del realismo magico latino-americano.

Si tratta della più imponente operazione mai svolta da Netflix in Sud America.

Charlot si mette sulle tracce del real maravillloso, per interrogarsi su cosa s’intenda con questa etichetta, troppo spesso abusata dalla critica europea, e per indagare i suoi influssi nella produzione audiovisiva e teatrale.

Punto di partenza e di approdo: l’opera di Gabriel García Márquez, di cui nel 2024 ricorrevano i dieci anni dalla scomparsa. Dalla serie Netflix “Cent’anni di solitudine” a uno spettacolo teatrale italiano ispirato a un racconto breve di Márquez.

Con Emiliano Guanella, corrispondente RSI dall’America latina; Luz Mariela Santofimio, sceneggiatrice audiovisiva colombiana; Alessandro Cassol, docente di Letteratura e teatro spagnoli e ispano-americani presso l’Università di Milano; Elena Delithanassis, attrice-autrice teatrale in scena con lo spettacolo “María”.

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