Eureka! Chi si ricorda l’ultima grande scoperta scientifica? Di quelle che segnano davvero un punto di svolta? Ogni anno, la produzione scientifica aumenta a dismisura, eppure, negli ultimi vent’anni, secondo una ricerca uscita sulla prestigiosa rivista Nature a inizio 2023, le vere scoperte, quelle che segnano una svolta rispetto al conosciuto, sono diminuite, e di tanto. A questo proposito, nel 1996 il giornalista scientifico John Horgan pubblicò un libro, diventato celebre, intitolato "La fine della scienza". La ricerca scientifica ci porterà ancora innovazione e benessere, ma qualcosa è cambiato. E c’è chi si chiede se l’Intelligenza Artificiale (AI), con il grande sviluppo che ha avuto, non possa sostituirsi al ricercatore e portarci nuove scoperte. A fine 2021, la rivista Science ha stilato la classifica delle scoperte più importanti dell’anno: al primo posto lo studio relativo alla capacità di un algoritmo d’intelligenza artificiale - RoseTTA fold - di indovinare la struttura di una proteina a partire dalla sua sequenza di amminoacidi. Per una proteina la forma è tutto e capirne la struttura, poiché sono implicate in tutti i meccanismi fisiologici, è fondamentale. Una grande scoperta! Con l’uso dell’AI, dunque, come cambierà il lavoro del ricercatore? Di tutto questo abbiamo parlato nel nostro Giardino con Umberto Michelucci, fisico teorico con un PhD in Machine Learning applicato alla fisica e una lunga esperienza in vari ambiti di ricerca e innovazione con l’AI, che l’ha portato anche a fondare e dirigere l’AI Center of Excellence presso la Helsana di Zurigo. Michelucci è uno dei pochi Google Developer Expert in Machine learning in Svizzera, insegna Deep Learning e Intelligenza Artificiale presso l’Università di scienze applicate di Lucerna e sta pubblicando per la casa editrice Springer un manuale universitario su deep learning e scienze naturali.
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