“Siamo in cattive acque”, di Piero Ciampi, a cura di Enrico De Angelis, © Squilibri 2024
Piero Ciampi (1934-1980) è stato un cantautore italiano della primissima ora: le sue amicizie, i suoi rapporti professionali, le sue canzoni, i suoi dischi lo collocano nella fase nascente in cui le canzoni “diverse” stavano per essere riconosciute convenzionalmente in un genere, quello dei cantautori e, più tardi, della canzone d’autore. Gian Franco Reverberi, Gino Paoli, Luigi Tenco, la Bluebell, la Karim, la Ricordi, la RCA, Toni Casetta, Franco Crepax, Ennio Melis, e molti altri: sono nomi che ci parlano di un’epoca, alla quale Ciampi contribuì, senza poi godere – per la sua vita disordinata e la morte precoce – di alcun vantaggio. Fra i principali narratori e anche artefici di quella storia c’è Enrico De Angelis, giornalista veronese, inventore dell’espressione “canzone d’autore” nel 1969, animatore del Club Tenco e della Rassegna sanremese per un lungo tratto, e studioso insuperato dei cantautori – fra i quali Ciampi – in una combinazione ammirevole fra la curiosità e la competenza del critico musicale e il rigore dell’accademico. De Angelis è il curatore del doppio CD “Siamo in cattive acque”, che riprende il titolo (trovato in un’agendina) di un album che Ciampi aveva progettato ma mai realizzato. Il materiale proviene da quel grande calderone di registrazioni di Ciampi che sono state archiviate, perdute, ritrovate, in parte già riedite, come si addice non solo alla vita di un poeta “maledetto”, ma anche al disordine dell’industria discografica. I due CD di questa pubblicazione molto ben curata da De Angelis e dall’editore Squilibri sono rispettivamente intitolati “Le incompiute” e “Le canzoni”, raccogliendo l’uno per lo più provini per voce e chitarra, l’altro versioni orchestrate; provengono da due periodi dell’attività di Ciampi, legati alla collaborazione con due arrangiatori: Elvio Monti nel 1967 e Gianni Marchetti negli anni Settanta. C’è qualche prima versione di canzoni già note nella discografia ufficiale di Ciampi, ci sono non poche canzoni che non avevano mai visto la luce, ci sono interessanti materiali di lavoro, come le versioni cantate da Ciampi destinate alla produzione di un album di Nada. In tutti i casi si tratta di materiali tratti da vecchi nastri o lacche, restaurati per l’occasione, anche se qua e là le distorsioni e gli scrosci non hanno potuto essere eliminati del tutto. Gli apparati, con i testi integrali e le note descrittive di ogni singola traccia, sono impeccabili. Ma “Siamo in cattive acque” non è solo un album da collezione: contiene alcune registrazioni, soprattutto quelle con gli arrangiamenti di Marchetti, che fanno aprire le orecchie anche a chi non si è ancora spiegato come mai fra gli appassionati della canzone d’autore Piero Ciampi sia oggetto di culto, non meno di Luigi Tenco.
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