Taliban
Laser

Afghanistan dimenticato

L’apartheid delle donne

  • archivio keystone
  • 14.8.2024
  • 27 min
Disponibile su
Scarica
Di: Sabrina Pisu

Tre anni fa, il 15 agosto del 2021, in Afghanistan sono tornati al potere i Talebani riportando indietro le lancette dell’orologio: la crisi umanitaria si è aggravata e sono state imposte sempre più restrizioni a donne e ragazze, a partire dal divieto di iscrizione alle scuole oltre quella primaria, fino a cancellarle del tutto dalla sfera pubblica.

Le donne, che nel paese muoiono di fame, sono state anche eslcuse dalla conferenza delle Nazioni Unite a Doha nel giugno scorso.

Essere una donna in Afghanistan oggi significa essere invisibile, non aver diritto a dignità e futuro. Ci sono stati appelli internazionali per indagare su questa persecuzione di genere, che è una vera e propria apartheid delle donne, come crimine contro l’umanità.

In Afghanistan, intanto, molte donne si stanno ribellando, silenziosamente, ai Talebani: esiste una forma di resistenza afghana ed è rappresentata dalle scuole clandestine in cui tante professioniste, a cui non è permesso più lavorare, mettono a disposizione delle giovani donne il loro sapere.

Con Zarifa Ghafari, che nel 2019 è diventata la prima e la più giovane sindaca dell’Afghanistan, nella città di Maidan Shahr, nella provincia di Vardak, sopravvissuta a tre tentativi di omicidio da parte dei Talebani; Dina Taddia, consigliera delegata di WeWorld, organizzazione umanitaria presente in Afghanistan da molti anni e Riccardo Noury, portavoce di Amensty International Italia.

Scopri la serie

Correlati

Ti potrebbe interessare