Oggi, la storia

Per Giove, un satellite!

di Pietro Stefani

  • 13.01.2016, 08:05
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Oggi, la storia
Mercoledì 13 gennaio 2016 - 07:05

«Per Giove, un satellite!». È molto improbabile che Galileo Galilei il 13 gennaio 1610 sia uscito in questa esclamazione quando, per la prima volta nella storia umana, constatò che anche Giove aveva una sua luna. Si trattava di Mercoledì, il più grande fra i quattro satelliti di quel pianeta.

In realtà, le cose sono più complesse. Innanzitutto le osservazioni compiute con il piccolo telescopio di quei tempi si protrassero per più notti a partire dal 10 gennaio. Già attorno a metà mese, Galileo si convinse che Giove aveva dei satelliti. Non fu però lui a proporre per essi nomi mitologici. La scelta di incrementare il trasloco di dei e semidei dall'Olimpo ai cieli lo si deve a Simon Marius, astronomo tedesco autore di un libro uscito nel 1614 intitolato Mundus Iovalis. In esso sostenne di aver scoperto i quattro pianeti prima di Galileo e li chiamò con i nomi ancor oggi usati: Io, Europa, Ganimede, Callisto. Nel Saggiatore pubblicato nel 1623 Galilei accusò il meno celebre collega di plagio. L'osservazione dei cieli e delle loro mirabili armonie non impedì l'insorgere di polemiche e litigi terrestri, del resto, da sempre di casa tra gli scienziati. A onore del vero, va detto che studi recenti sono propensi a dar credito alla buona fede dell'astronomo tedesco.

Galileo diede l'annuncio ufficiale della sua scoperta in un testo, ben presto diventato celebre, intitolato Sidereus nuncius. In esso erano contenute prove solidissime a favore della teoria copernicana. Lo scienziato viveva allora a Padova ben protetto dalla Repubblica Veneta, era però suo desiderio rientrare nella natia Toscana. I quattro satelliti divennero così i pianeti medicei. Il progetto andò a buon fine. Cosimo II lo nominò matematico e filosofo di corte. Roma lo accolse nell'Accademia dei Lincei. Ma proprio da qui iniziarono, a poco a poco, i guai destinati a sfociare in quel «caso Galilei» ancor oggi simbolo, più o meno giustificato, dei rapporti spesso difficili che intercorrono tra scienza e fede.

Armonie celesti e litigi terrestri, allora come oggi.

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