Oggi, la storia

Una questione di fede irrisolta

di Piero Stefani

  • 20.05.2015, 09:05
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Oggi, la storia 20.05.15

Oggi, la storia 20.05.2015, 07:05

Per gli aderenti a quel genere di fedi che, per intenderci, definiamo monoteiste è sempre stato difficile rispondere a questa domanda: perché se c'è un Dio solo, nel mondo ci sono tante religioni? Per lungo tempo al riguardo ci si è accontentati di dire: «perché la nostra è la religione vera, mentre tutte le altre sono false». Ma così facendo ci si comporta in una maniera paragonabile a chi pulisce la stanza limitandosi a cacciare la polvere sotto il tappeto: la questione è semplicemente occultata e non già risolta. Inevitabile infatti domandarsi perché ci sia una così grande proliferazione di religioni false. Visto con gli occhi di Dio, il giardino del mondo sarebbe, in questa prospettiva, pieno di erbacce.

In passato e ancor più ai nostri giorni c'è chi ha imboccato altre strade. Tra di essi vi è anche il grande pensatore francese Paul Ricœur, morto più che novantenne il 20 maggio di dieci anni fa. Dalla sua vastissima e complessa produzione recuperiamo un paragone: «Sono sulla superficie di una sfera frazionata di luoghi religiosi differenti. Se cerco di correre sulla superficie della sfera, di essere eclettico, non troverò mai l'universale religioso perché farei del sincretismo. Ma se scendo a sufficienza nelle profondità della mia tradizione, supererò i limiti della mia lingua. Per andare verso quello che chiamerò il “fondamentale” che altri raggiungono per altre vie accorcio la distanza che mi separa dagli altri nella dimensione della profondità». In altri termini, quando si va verso il centro partendo da punti diversi e distanti, le lontananze si trasformano, via via, in prossimità.

Quanto conta nel paragone è che Dio sia il centro e sia nel profondo. Se invece lo si colloca sulla superficie e lo si rinserra dentro le religioni è inevitabile concludere non solo che «Dio è con noi», ma anche che lo è in quanto non è con «voi» o con «loro». Fino a qualche tempo fa potevano apparire dinamiche ormai relegate ad altre epoche, adesso siamo invece costretti a concludere che sono aberrazioni tipiche pure dei nostri tempi.

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