«In ogni pennellata, Casorati trasforma la banalità del quotidiano in un incantesimo» scriveva il critico Enzo Siciliano.
A distanza di 35 anni una grande antologica dedicata a Felice Casorati torna a Milano, una città che ha avuto una funzione strategica per la carriera di questo pittore, tra i più grandi del Novecento italiano. Una carriera decollata alla Biennale di Venezia del 1924, a cui aveva partecipato con importanti capolavori ora in parte riuniti ed esposti nella mostra in corso a Palazzo Reale a Milano. L’esposizione, curata dai maggiori studiosi di Casorati, documenta l’attività poliedrica del pittore e riunisce un centinaio di opere, tra cui dipinti raramente esposti, disegni, sculture. Sono stati ricostruiti interi capitoli del suo percorso artistico, come le Conversazioni platoniche e il rapporto con la famiglia Gualino, importanti mecenati torinesi del pittore. Un percorso articolato e completo che libera Felice Casorati da alcuni cliché, come quello di apparire come un pittore “troppo cerebrale e freddo”.
Voci dipinte ospita gli storici dell’arte Giorgina Bertolino e Fernando Mazzocca, che insieme a Francesco Poli, hanno curato l’esposizione.
Per la mostra della settimana andiamo al Museo Vincenzo Vela di Ligornetto, dove un progetto espositivo site specific di Ishita Chakraborty dialoga in modo inedito con l’iconico Spartaco.
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