Era il 20 gennaio 2014. La notizia della scomparsa di Claudio Abbado arrivò improvvisa, nonostante da tempo lo vedessimo salire sul palco con quella sua figura esile e quasi trasparente. In realtà la sua personalità era sempre rimasta intatta, con la sua lucidità, il suo amore per la musica e la sua speranza nel futuro e nelle giovani generazioni. Per questo colse tutti, in fondo, impreparati, quella scomparsa.
Definirlo un grande direttore sembrò, allora, riduttivo. E lo è sicuramente ancora oggi, per l’eleganza e il carisma della sua persona ma soprattutto per quella saggezza di umanista che lo portò a realizzare progetti lungimiranti, ideali e allo stesso tempo concreti, dal piantare alberi nella sua città alla creazione di orchestre dove la musica, sempre palpitante, potesse essere un faro per la società.
Ritorniamo dunque sulla sua figura, e sulle sfide da lui intraprese, dieci anni dopo quel giorno. Molti eventi lo ricorderanno in questi giorni, concerti, conferenze, molti articoli e pubblicazioni editoriali e, probabilmente, anche la sua Milano gli dedicherà una via.
Noi, in questa puntata di Voi che sapete, cercheremo di capire quale eredità egli ci abbia lasciato e se quei semi siano, oggi, in qualche modo fioriti. I critici e giornalisti musicali Luisa Sclocchis e Andrea Ottonello saranno i graditi ospiti al microfono di Barbara Tartari e Giovanni Conti.
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