RETE DUE
Sabato 27 gennaio 2018
Sabato 27 gennaio 2018 ricorre la Giornata della Memoria. La data è stata scelta perché in quel giorno, nel 1945, i soldati dell’Armata Rossa abbatterono i cancelli di Auschwitz, liberando i prigionieri superstiti e facendo scoprire gli orrori della Shoah. Rete Due anche quest’anno dedica grande attenzione alla giornata con ampi spazi nel corso della giornata oltre al radiodramma di “Domenica in scena” "Storia di una vita. Per conoscere Liana Millu. A5384 di Auschwitz Birkenau" di Piero Stefani, a una puntata di "Laser" e "Geronimo Storia".
Sabato 27 gennaio 2018 si terrà inoltre, al Teatro Foce di Lugano, in diretta su Rete Due dalle 20:30, lo spettacolo “La farfalla risorta”. Nato da un progetto di Matteo Corradini e del quartetto Pavel Zalud, e organizzato dall’Associazione Svizzera-Israele, sezione Ticino, in collaborazione con LuganoInScena.
“La farfalla risorta”
Speciali 27.01.2018, 21:30
Contenuto audio
Nella primavera del 2009 lo scrittore Matteo Corradini ha recuperato un clarinetto di marca Zalud appartenuto a un clarinettista ebreo praghese. Costruito tra il 1925 e il 1928 a Terezin, il clarinetto era stato suonato a Praga in libertà e aveva accompagnato il suo proprietario nel destino degli ebrei sotto l’occupazione nazista. Il clarinetto si è salvato, al contrario di tantissimi ebrei passati per il ghetto di Terezin, ma da quel momento non è stato più suonato.
Nell’estate del 2013 il clarinetto è stato finalmente restaurato perché potesse ancora suonare. Forse la più alta forma di rispetto per uno strumento musicale è permettergli di far sentire la propria voce. Durante la stessa estate, è stato recuperato un ottavino Zalud. Stessa provenienza, stessa storia drammatica e lontana. Lo spettacolo "La farfalla risorta" riporta a suonare il clarinetto e l’ottavino dal vivo, per la prima volta dopo 70 anni di silenzio.
Nel corso della serata, si alterneranno le musiche e i racconti della vita quotidiana nel ghetto, che la propaganda nazista presentava al mondo come un esempio di insediamento ebraico, dove venivano raccolti artisti, musicisti, poeti, oltre a famiglie con bambini, ma che in realtà era un centro di smistamento verso di campi di sterminio di Treblinka e Auschwitz, dove la maggior parte degli ospiti di Terezin venne deportata e trovò poi la morte. Dopo la liberazione, a Terezin sono stati ritrovati anche poesie, pitture, disegni dei bambini, a testimonianza di quella finzione nazista che voleva ingannare il mondo.
Il quartetto Pavel Zalud