Gli schiavi delle piantagioni, nel XVII secolo, svilupparono un’arma per ribellarsi ai padroni. La camuffarono in danza e oggi quella danza è arte: la capoeira. Un’arte marziale fatta d’armonia e storia, fatta di musica e profonda simbologia.
Diego Calasso la pratica e la insegna, mentre coltiva le sue radici attraverso la musica. Sta per pubblicare il suo secondo album da solista e nell’intervista con Claudia Demircan ci racconta della sua vita, dall’infanzia in Brasile agli ultimi anni in Ticino.
Mi sento fortunato per quanto mi ha dato la vita e per il percorso che ho seguito fin qua. Credo che la nostra società patriarcale abbia perso la sensibilità femminile, anzi abbiamo paura di chi è più sensibile di noi. Dobbiamo fare un passo indietro e aprire il nostro cuore.
Diego Calasso