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Schweitzer: “rispetto per la vita” - Franco Fortini e la Svizzera - La buona novella

  • 16.03.2025
  • 29 min
  • Luisa Nitti, Gaëlle Courtens e Gioele Anni
  • SRF
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Schweitzer: “rispetto per la vita”, il più grande comandamento

di Luisa Nitti

Poteva configurarsi come la classica storia di colonialismo europeo novecentesco in Africa, sia pure a sfondo umanitario; ma la vicenda biografica di Albert Schweitzer (1875-1965) fu tutt’altro. Nato in Alsazia, teologo, pastore luterano, musicista e musicologo, medico specializzato in malattie tropicali, Schweitzer, nella sua lunga vita, si dedicò agli ultimi, dando vita a un ospedale a Lambaréné, città del Gabon occidentale, al cui progetto lavorerà fin dal 1913. Più di un secolo fa, affermava la necessità di essere solidali e rispettosi verso ogni forma di vita e parlava di ciò come del più grande comandamento, nella sua forma più semplice. Fu precursore e innovatore nella sua concezione “ecologica” e nel rapporto con le culture africane in cui si trovò ad operare. A 150 anni dalla sua nascita, parliamo di questo protagonista del Novecento con Paolo Naso (già direttore di un master alla Sapienza-Università di Roma centrato sulla mediazione tra culture e religioni) e con Matteo Piricò (professore associato in Didattica generale e Didattica della musica presso l’Alta scuola pedagogica di Locarno).

Franco Fortini e la Svizzera

di Gaëlle Courtens

Il Dipartimento di Romanistica dell’Università di Zurigo dedica una mostra al poeta e saggista fiorentino morto poco più di trent’anni fa. Di madre cattolica e padre ebreo, Fortini si era convertito al protestantesimo. Convinto antifascista, dopo l’8 settembre del 1943 si vede costretto a rifugiarsi in Svizzera. A Zurigo viene accolto nella famiglia del pastore valdese Alberto Fuhrmann. Ne parliamo con la dottoressa Elisa Russian, collaboratrice della cattedra di Letteratura italiana dell’Università di Zurigo, che si è occupata della ricerca dei materiali e dell’allestimento della mostra.

La buona novella da De André a Neri Marcorè

di Gioele Anni

“Considero Cristo il più grande rivoluzionario della storia”, scriveva Fabrizio De André, che proprio alla figura di Gesù dedicò un celebre album del 1970. “La buona novella” parla dell’umanità di Gesù e di altri personaggi biblici a partire dalle narrazioni dei Vangeli apocrifi. Oggi quel disco è diventato uno spettacolo teatrale, con l’interpretazione dell’attore Neri Marcoré che di recente si è esibito insieme alla sua compagnia anche in Ticino, a Chiasso e Bellinzona. Lo abbiamo incontrato per riflettere su come la figura di Gesù, riletta da Faber, sia ancora attuale per chi nutre un desiderio di cambiamento.

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