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Premi, ospedali e cifre rosse

Se l’obiettivo è ridurre i costi sanitari, che ruolo giocano in questo i nosocomi?

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Una settimana fa l’annuncio dei premi di cassa malati per il 2025, con un aumento medio del 6% a livello nazionale e un incremento di oltre il 10% in Ticino. Un salasso che ha alzato i toni della protesta e dell’indignazione, con tanto di prima manifestazione di piazza, questo mercoledì sera, davanti a Palazzo delle Orsoline. Occasione per noi di analizzare uno dei settori principali che compongono il sistema sanitario svizzero, quello degli ospedali. In Svizzera ce ne sono circa 270, un numero considerato da più parti troppo elevato. Da qui la richiesta di una diversa pianificazione ospedaliera che possa portare a maggiori collaborazioni tra ospedali, anche su scala sovra-regionale. E questo anche per far fronte anche alle crescenti difficoltà finanziarie, con cui una buona parte degli ospedali svizzeri deve oggi fare i conti.

In Svizzera ci sono troppi ospedali? Ci sarebbe bisogno di una maggiore concentrazione ospedaliera? Con quali conseguenze sulla qualità delle cure e sui costi di gestione? Il Ticino è davvero un caso a parte, vista la sua lontananza dai maggiori centri sanitari del nostro Paese oppure anche gli ospedali ticinesi sono chiamati a collaborare maggiormente con quelli che si trovano oltre San Gottardo?

Domande e indirizzi pianificatori che discutiamo con:

Paolo Bianchi, capo della Divisione salute pubblica in Ticino
Glauco Martinetti, direttore dell’Ente ospedaliero ticinese
Christian Camponovo, direttore della Clinica Luganese Moncucco
Marco Romano, vice-direttore di Curafutura

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