Il monumento alle vittime del massacro di Srebrenica
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Ratko Mladic, ergastolo

Per il tribunale penale internazionale il “boia di Srebrenica” è colpevole di genocidio e crimini di guerra

  • reuters
  • 23.11.2017
  • 36 min
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Il tribunale penale internazionale dell'Aja per i crimini nella ex Jugoslavia (Tpi) ha condannato all'ergastolo, in primo grado, l'ex generale Ratko Mladic, ex comandante dell'esercito serbo bosniaco, per genocidio e crimini di guerra e contro l'umanità perpetrati durante la guerra in Bosnia negli anni 1992-95. In particolare, Mladic è stato riconosciuto responsabile del massacro di 8mila musulmani a Srebrenica e dell'assedio di Sarajevo, protrattosi dal 5 aprile 1992 al 29 febbraio 1996.

Arrestato nel maggio 2011 dopo una lunga latitanza, Mladic è l'ultimo degli imputati "di alto livello" processati dal Tribunale internazionale che dopo 24 anni e 161 persone incriminate, chiude i battenti alla fine dell'anno con la conclusione degli ultimi procedimenti in corso.

Un uomo: Ratko Mladic, considerato dai musulmani, uno dei più feroci criminali di guerra di sempre; mentre per la popolazione serba è un eroe leggendario che ha difeso strenuamente il suo popolo. Secondo Milorad Dodik, presidente della Republika srpska, l’ex comandante fece il suo dovere in maniera professionale e patriottica e la sua condanna andrà a rafforzarne il mito.

Un processo: che non è riuscito a sanare la profonda, drammatica e dolorosa lacerazione tra le popolazioni dell’ex Jugoslavia, anzi: ancor oggi, l’odio e le divisioni etniche restano molto profonde, perché è mancato del tutto un processo di riconciliazione. E la condanna è considerata ingiusta perché condizionata da pressioni politiche e interessi geostrategici internazionali.

Un Tribunale: che non ha saputo cancellare le accuse di parzialità. In Serbia è considerato di natura politica e apertamente anti-serbo. "Non credo che il Tpi abbia contribuito alla riconciliazione, al contrario esso ha favorito un ulteriore peggioramento della situazione", ha detto di recente la premier serba Ana Brnabic. "Non si può dire - ha aggiunto - che il Tribunale dell'Aja sia stato obiettivo nei riguardi di tutte le parti coinvolte nei conflitti degli anni novanta".

Modem ne discute con:
Carla del Ponte, magistrata, già procuratrice capo del Tribunale penale internazionale (Tpi) per l’ex Jugoslavia dal 1999 al 2007
Mauro Politi, professore di diritto internazionale all’Università di Trento, già giudice della Corte penale internazionale dal 2003 al 2009
Tomas Miglierina, corrispondente Rsi a Bruxelles, segue da anni i lavori del Tpi e da giornalista ha seguito anche le guerre nei Balcani
E in intervista registrata, Carmel Agius, magistrato, dal 2015 presidente del Tribunale penale internazionale per l’ex Jugoslavia.

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