Oggi a Modem torniamo su una domanda alla quale hanno dovuto rispondere i giudici della corte suprema britannica: che cos’è una donna? E indirettamente che cos’è un uomo? Donna (e uomo) si nasce o lo si può diventare? Quanto conta e quanto non conta la biologia nell’essere o nel sentirsi donna o uomo?
La Corte suprema britannica non era chiamata a rispondere a queste domande in generale, ma in un contesto specifico: quello della legge che nel Regno Unito vuole evitare discriminazioni nell’accesso a un posto di lavoro. Ebbene i giudici hanno stabilito che la parola “donna”, nel contesto di quella legge, si riferisce alle donne “biologiche”, alle donne nate femmine. E non alle donne transessuali, alle persone nate maschio ma poi diventate donne al termine di un percorso di transizione da un genere all’altro. C’è chi ha esultato. C’è chi ha espresso preoccupazione e sconforto. Quale significato dare a quella decisione giunta la scorsa settimana?
Ne discutiamo con:
Nicole Degli Innocenti, giornalista
Roberta Parigiani, avvocata e attivista, portavoce del Movimento identità trans in Italia
Marina Terragni, giornalista e blogger, femminista “anti gender”
Chiara Beccalossi, professoressa di storia della scienza e della sessualità all’Università di Lincoln, in Inghilterra
Scopri la serie
https://www.rsi.ch/s/703681